Con "Il tarlo" di Enzo Consoli, il Teatro Stabile del Giallo lancia una nuova
iniziativa che, pur nel rispetto della sua linea tradizionale, con una apposita
rassegna apre a testi inediti di autori contemporanei. Questo di Consoli mette
in scena due personaggi: un uomo maturo, affermato nel lavoro, con moglie e due
figli; e una ragazzetta che, mentre la famiglia è al mare in vacanza, gli si
presenta in casa in seguito ad un appuntamento preso telefonicamente. Lui crede
che la ragazza sia una venditrice di enciclopedie porta a porta: è carina,
sembra ben disposta, e lui comincia a…provarci. Ma, di frase in frase, di
schermaglia in schermaglia, lei si rivela tutt'altra cosa: una intervistatrice
per un fantomatico Progetto Uomo che intende identificare soggetti in grado di
contribuire a restituire alla "persona" quella dignità soffocata o perduta tra
insoddisfazioni, problemi quotidiani, distrazioni, assuefazioni, ambizioni, sete
di potere, danaro. Un risveglio, dunque, di coscienze semiaddormentate e di
ribellioni negate.
Ma, andando avanti tra le domande della ragazza e le risposte dell'uomo, sempre
più irritate per il loro tono quasi inquisitorio, ci si accorge che lei - che
gli confessa di averlo spiato a lungo, abitando nel palazzo di fronte - del
passato di lui sa molte cose: scabrose, imbarazzanti, addirittura tragiche. Il
"tarlo" del titolo continua a rodere il tessuto del suo passato, costringendolo
a riportare in superficie squarci di vita volutamente dimenticati, quasi
cancellati. Fino alla scoperta della vera identità della ragazza e allo
scioglimento degli intricatissimi nodi del racconto: cui non ci sembra lecito
nemmeno accennare per non togliere quella sorpresa che, in uno spettacolo del
genere, dev'essere riservata allo spettatore.
Sostengono i due ruoli, con molta consapevolezza e partecipazione, Dario Penne e
Celeste Brancato. La regìa è di Marina Francesconi - giovane che ha cominciato a
lavorare in teatro nella ricerca, che è cresciuta con precisi interessi per la
grande letteratura teatrale e che per un po' di tempo ha fatto anche l'attrice
-, la quale nel rigoroso, asciutto, serrato testo di Consoli - che lentamente
scende ad indagare, al di là del "fatto", nella profondità dell'animo umano -,
ha individuato le linee di un classico noir psicologico e, di conseguenza,
scavando anche nel sottotesto, ha puntato tutto sull'approfondimento dei
personaggi e dei dialoghi in un crescendo sempre molto teso. Di notevole
suggestione la scelta del commento musicale affidato alle note di Sakamoto.
Tonino Scaroni
Al Teatro Stabile del Giallo (via Cassia 871 - Tel. 06/ 30311335-30311078) si
replica fino al 20 maggio.